Alitalia, frenata sulla vendita dell'aerolinea italiana

15 Febbraio 2018   10:42  

"I pretendenti la pensano diversamente e per ballare bisogna essere in due". E, per questo, la vendita di Alitalia è destinata a concludersi dopo le elezioni del 4 marzo. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, sintetizza così lo stato dell'arte della procedura di cessione della compagnia e fissa un punto fermo sui tempi dell'operazione, dopo che, fino a qualche settimana fa, ancora si puntava a tentare un affondo per chiudere la partita prima della scadenza elettorale.

Un obiettivo che, però, con il passare dei giorni, è diventato sempre meno alla portata fino alla presa d'atto di questi giorni, da parte del ministro Calenda ("avrei già chiuso ma i pretendenti hanno frenato causa elezioni", ha scritto nei giorni scorsi su Twitter) ma anche del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, che la settimana scorsa ha affermato di non ritenere imminente la vendita della compagnia. Sulla procedura si farà, intanto, il punto, come annunciato da Calenda, lunedì prossimo al Mise con i commissari straordinari di Alitalia. Un passaggio, spiegano fonti vicine al dossier, che rientra nel costante e continuo confronto tra il Governo e la gestione commissariale e che avrà al centro un aggiornamento sui negoziati in corso.

La speranza di chiudere prima del 4 marzo si è, dunque, infranta contro la prudenza dei potenziali acquirenti di evitare, vista la materia altamente 'sensibile', i condizionamenti della campagna elettorale e procedere a una stretta, se vi saranno le condizioni, nel nuovo contesto che si definirà con il responso delle urne. Posizioni non espresse ufficialmente ma, in alcuni casi, lasciate trapelare più o meno esplicitamente.

Nei giorni scorsi, questo è stato, infatti, il messaggio veicolato da fonti vicine al quartier generale di Air France. La parola d'ordine è quella, infatti, di evitare accelerazioni e attendere l'esito delle elezioni. Se il colosso francese, scottato dalla precedente della campagna del 2008, sembra avere le sue buone ragioni, non sorprende che lo stesso ragionamento possa essere condiviso anche degli altri soggetti in pista, da Lufthansa a EasyJet.

Intanto, ieri Alitalia e sindacati sono tornati a vedersi per affrontare il nodo del rinnovo del contratto di lavoro. Prima della scadenza di fine gennaio, le parti si sono accordate su un'ulteriore proroga al 28 febbraio prossimo. Nel pomeriggio si è svolta una riunione preliminare ristretta in vista della ripresa del confronto contrattuale. Sul tavolo, riferiscono fonti sindacali, ci sono le richieste su possibili voci di risparmio quali congedi parentali. Altro tema è quello dell'indennità di volo, prevista dagli accordi del 2008 al momento della privatizzazione della compagnia, che consentiva ai piloti, a fronte di un determinato numero di ore volate, di non scendere sotto la soglia del 93% della retribuzione dei piloti della vecchia Alitalia.



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