I Giovani imprenditori a Capri e sulla stampa

30 Ottobre 2010   10:18  

Alcuni articoli tratti dai quotidiani nazionali sulla Convention di Capri 

Da "IL MESSAGGERO" di sabato 30 ottobre 2010

D'AMATO: "COSI' L'ITALIA NON VA DA NESSUNA PARTE" GUIDI AL GOVERNO: "SUBITO RIFORME INCISIVE"

«Subito riforme incisive» CAPRI - Il tempo non è una variabile indipendente. Per uscire servono riforme rapide e incisive. E' la linea di Confindustria, confermata dal presidente dei "Giovani", Federica Guidi, nel corso del tradizionale meeting caprese. I numeri sono impietosi: nel 2009 il reddito pro capite degli italiani è tornato ai livelli del'98; nei dieci anni precedenti la crisi finanziaria la nostra economia è cresciuta del 15% contro 1125% dell'eurozona; nello stesso periodo la produttività è aumentata in Italia del 3% contro il 12% dell'eurozona; le pressione fiscale è di molto superiore al 50% del pil. E ancora: il governo indica il livello del debito pubblico al 119,2% del pil nel 2011 e del deficit al 3% nel 2012. «Insomma dice la Guidi - oc- correrà ancora tirare le cinghia e spremere i contribuen- ti».

Anche l'ex presidente di Confindustria, Antonio D'Amato ha partecipato al meeting caprese. «Così l'Italia non va da nessuna parte», ha affermato.

Chiede al governo di fare pre- sto con le riforme, perchè il paese torni a crescere, ad essere competitivo. E riferendosi alle ultime vicende al centro delle cronache ha espresso una forte preoccupazione.

Chiede che si recuperi «il senso dello Stato e delle istituzioni, e la dignità dei ruolo». Secondo D'Amato «i rifiuti di Napoli sono il simbolo del degrado morale».

L'ex presidente esclude una sua disce- sa in politica. La sua «scelta di vita» è continuare a fare l'imprenditore.

Dal canto suo il presidente dei "boys" riconosce al governo il merito di aver frenato il debito. Ora però servono interventi per la ripresa. Sul fronte della spesa pubblica: «sono necessarie azioni straordinarie, non episodiche. Bisogna avere il coraggio di ripensare alla possibilità di esternalizzare interi capitoli di spesa pubblica.

Bisogna vendere pezzi dello Stato e affidare alla gestione privata le competenze e le professionalità di quei pezzi che non funzionano». C'è anche una seconda direttrice indicata dalla Guidi. Un secondo intervento: «Liberalizzare le imprese dalla gabbia di regole inutili che imbrigliano è essenziale. Bisogna farlo subito, Non c'è più tempo».

 

Da "IL MATTINO" di sabato 30 ottobre 2010

STIPENDI AI PROF? SCATTI DI MERITO, NON PER ANZIANITA'"

Intervista al ministro «Stipendi ai Prof Scatti di merito, non per anzia ità» La Gelmini difende la riforma e rilancia: «Sbloccato un miliardo per la ricerca al Sud» AntonioTroise INVIATO CAPRI.Non è per niente scoraggiata dalle proteste che un giorno sì e l'altro pure la prendono di mira per le sue riforme.

No, Mariastella Gelimini, ministro della pubblica istruzione va avanti per la sua strada. «Sono proteste tradizionali fra ottobre e novembre. Anche se, ribadisco, ognuno ha il diritto di sostenere le proprie idee». La Gehnini ha appena terminato il suo intervento al convegno dei giovani industriali. E, nell'intervista al Mattino annuncia di aver sbloccato circa 1 miliardo di euro per la ricerca nel Sud.

11 ministro Brunetta ha annunciato un taglio di 300mila posti di lavoro nella pubblica amministrazione. Ma ha anche auspicato un contratto di lavoro uguale fra settore pubblico e privato.

Sarà un passaggio possibile anche nella scuola? «Nel 2012, con il rinnovo del contratto nazionale, vogliamo finalmente superare il meccanismo obsoleto degli scatti di anzianità, che non ci consente di Il governo distinguere fra proBerlusconi fessori bravi equel- li meno bravi. Vogliamo, invece inpremier trodurre un sisteSpariscono macbepremiilmequelli che rito. Bisognerà na- turalmente mettechiedono re a punto contele dimissioni stualmente anche un sistema in grado di misurare la qualità dell'insegnamento. Ma ci sono già strutture come l'Invalsi che potrebbero essere utilizzate per raggiungere questo obiettivo».

Però la scuola e ricerca sono stati fra i settori pili colpiti dai tagli alla spesa pubblica...

«Bisogna uscire dalla illusione della sinistra che basta chiedere più soldi per evitare di fare le riforme. Noi dobbiamo tenere i conti pubblici in ordine e nello stesso tempo puntare sullo sviluppo.

Una strada che passa anche attraverso la riforma dell'Università».

Eppure, la riforma dell'università è stata bloccata proprio da Tremonti.

Dove troverete le risorse? «Sono sicura che arriveranno con il decreto mille proroghe di fine anno. Lo ha confermato lo stesso Tremonti. Senza riforíne è vero che si raccoglie un po' di consenso facile, come lasinistra continua a fare, ma non si dà una reale possibilità di occupazione ai giovani».

Però la riforma continua ad alimentare le proteste. Anche ierigli studenti sono scesi in piazza? «Non si può nascondere la polvere sotto il tappeto continuando a difendere un sistema che non funziona. Chi fa questo ha in mente non il bene dei giovani.

La sinistra si sottrae ad un confronto sui problemi reali limitandosi ad accusare il governo di aver fatto solo i tagli.

Ma io voglio ricordare a Bersani che proprio grazie a quei tagli voluti da Tremonti e da Berlusconil'Italia non è oggi come la Grecia o'Argentina».

Però anche l'Università è in rivolta.

«Abbiamo la necessità di cambiare la governance della ricerca per coinvolgere sempre di più l'impresa privata.

Vogliamo portare nei consigli di amministrazione dell'università anche esponenti del sistema produttivo. I rettori devono diventare anche manager in grado di amministrare gli atenei come gli imprenditori gestiscono l'azienda.

Meglio avere qualche università in meno e concentrare le risorse su,atenei di grande livello».

Ripeto: con quali risorse, soprattuto al Sud? «Abbiamo appena fatto partire il bando per i distretti tecnologici. Si tratta di un investimento di 900 milioni concentrato nelle quattro regioni dell'obiettivo di convergenza, ovvero Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. C'è poi uno stanziamento di 50 milioni riservato ai giovani ricercatori italiani. Anche qui vogliamo premiare i migliori progetti e riportare in Italia i cervelli che sonofuggiti all'estero perché in Italia non hanno trovato una possibilità di lavoro».

Però i ricercatori protestano puntando l'indice proprio sulla riforma.

«Non possiamo continuare ad alimentare la speranza di avere un esercito di ricercatori avita. Bisognametterelaparola fine ad una sorta di precarizzazione di questi giovani e offrire una prospettiva reale di lavoro e ricerca, superando una situazione di stallo che dura da decenni, il falso egualitarismo alimentato dalla cultura del '68 che non ha prodotto alcun risultato. Le classifiche internazionali sono impietose e parlano di un sistema che arranca".

Ma questo governo sarà davvero in grado di realizzare le riforme? Non teme una fine anticipata della legislatura? «Sono polemiche e situazioni che si ripetono ciclicamente. Ogni anno c'è il tentativo di discreditare, di gettare fango sul presidente del consiglio».

Anche dopo la vicenda della telefonata alla questura di Milano per Ruby? «Sono quindici anni che il presidente Berlusconi è oggetto di una campagna senza precedenti di demonizzazione da parte degli avversari politici. Gli italiani lo hanno capito chiaramente e continuano a dargli fiducia».

Da "Il Corriere della Sera" di sabato 30 ottobre 2010

GUIDI: NO A NUOVI SALASSI PER RISANARE I CONTI PUBBLICI

I giovani di Confindustria «C'è bisogno di cambiamenti» Guidi: no a nuovi salassi per risanare i conti pubblici DAL NOSTRO INVIATO CAPRI - Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, alla sua prima uscita davanti agli imprenditori di Confindustria, offre «l'apertura di un dialogo, voi siete persone concrete e insieme faremo grossi passi avant ». E assicura la platea caprese dei giovani industriali che non ci «sarà alcun salasso sul fisco, le tasse non sono aumentate né aumenteranno». La preoccupazione era stata espressa dal presidente dei giovani Federica Guidi che si era detta «impaurita dal rischio di ulteriori salassi per risanare i conti pubblici».

Romani ha voluto platealmente stringere la mano al presidente di Confindustria Emma Marcegaglia (che oggi chiuderà i lavori della due giorni di Capri) arrivata durante l'intervento del neoministro. Un gesto spontaneo o programmato per chiudere un periodo di forti tensioni tra la Marcegaglia e la struttura mediatica del premier Silvio Berlusconi.

L'atmosfera a Capri era insolitamente di tono minore, oscurata dalla cappa creata dalle nuove rivelazioni legate all'invadente "privato" del premier. Nessuno ne ha voluto parlare apertamente ma la vicenda crea imbarazzo.

La stessa Guidi ha chiuso la sua relazione con una meditazione mista a depressione: «I giovani imprenditori si meritano di meglio del senso di deja-vu di un Paese che deve cambiare e continua a discutere, si meritano un'Italia migliore, perché loro sono già un'Italia migliore».

L'imbarazzo traspare dalle parole del presidente degli imprenditori della Campania Giorgio Fiore quando osserva che il «governo sembra distratto da temi che certamente non si possono definire di politica economica». Il past president di Confindustria Antonio D'Amato ha osservato che «Berlusconi non vuole più cambiare l'Italia, e per questo non passerà alla storia, deve recuperare il senso dello Stato e la dignità del ruolo».

La Guidi ha riconosciuto il ruolo di cane da guardia dei conti pubblici del ministro dell'Economia Giulio Tremonti - «senza di lui saremmo finiti come la Grecia» - ma ha anche lanciato un appello sui tempi e l'immobilismo della politica. «E ora di cambiare, non c'è più tempo da perdere, le nostre lancette sembrano ferme da 15 anni, duranti i quali l'Italia è cresciuta di dieci punti meno degli altri». Ha chiesto l'abbassamento del livello del debito pubblico con «azioni straordinarie perché non possono bastare i buoni propositi di lotta agli sprechi».

Da "IL SOLE 24 ORE" di sabato 30 ottobre 2010

SARMI: BANCA DEL SUD AL VIA A INIZIO 2011

Poste pronta all'offerta per l'acquisto di Mediocredito centrale Sarmi: Banca del Sud al via a inizio 2011 Vera Viola CAPRI. Dal nostro inviato Competitività e leve per recuperare spazi dopo la crisi sono al centro del convegno di Capri. Anche nelle tavole rotonde e nell'intervento dell'amministratore delegato di Poste italiane, Massimo Sarmi. L'intervento del numero uno delle Poste diventa anche l'occasione per fare il punto sul progetto della Banca per il Sud: «Stiamo lavorando - dice - con una prospettiva di avvio che realisticamente sarà a inizio del prossimo anno». Il progetto passa anche per l'acquisto del Mediocredito centrale da Unicredit: «Siamo a fare l'acquisto - spiega l'a.d. di Poste ora si tratta di avviare la fase di negoziazione per trovare l'intesa sul profilo economico».

Prima e dopo l'intervento di Sarmi le tavole rotonde che hanno evidenziato i veri nodi con cui si misurano le imprese italiane, soprattutto quelle presenti sui mercati stranieri: un diritto certo e una formazione al passo con le esigenze della competitività. Nella rincorsa a recuperare spazi dopo la crisi si acuiscono le differenze tra paesi, secondo gli imprenditori intervenuti, e capitale umano e diritto diventano leve di competitività odi arretratezza.

Un grave rischio per l'Italia, dove «regnano - dice Filippo Sgubbi, dell'Università di Bologna - innovazione e flessibilità: due concetti che trasportati nel diritto assumono valore negativo». Per Sgubbi la incertezza rende difficile l'operatività dell'impresa. I problemi con il diritto e con la giustizia si acuiscono poi in sede giurisdizionale.

«Molto spesso - accusa Stefano Parisi, presidente di Asstel - il giudice non conosce il mondo delle imprese e la loro organizzazione.

In molti casi poi si chiede il commissariamento: ciò si giustifica quando il reato è in atto, ma non quando il presunto illecito è stato già compiuto».

Un'analisi per buona parte condivisa da imprenditori, giuristi e magistrati, tanto da indurre PaloIelo,sostituto procuratore della repubblica presso il tribunale di Roma, a proporre la istituzione, presso le corti d'appello, di sezioni specializzate in diritto dell'economia. Per Ielo una forte specializzazione è necessaria soprattutto nei settore penale e per aggredire con strumenti idonei la criminalità organizzata che fa «dumping, diffonde sfiducia, alza barriere allo sviluppo». Sui tempi della giustizia, troppo lenti, pone l'accento Salvatore Rossi, direttore centrale di Banca d'Italia, «Solo per la sentenza di primo grado in Italia ci vogliono 4 anni - dice - il triplo di tutti ipaesi europei. Questa è una catastrofe, che si traduce in un alto costo per i cittadini e per le imprese».

E Sergio Dompè, presidente di Farmindustria : «L'Italia è ultima tra i paesi Ocse per i tempi della giustizia civile. Per recuperare un credito occorrono 1.210 giorni contro i 331 della Francia».

Esigenze di innovazione e snellimento anche nella formazione del capitale umano. «Le risorse umane sono fattore di competitività più importante di quelle finanziarie» dice Nerio Alessandri, presidente di Technogym. Per Alessandri l'Italia non ha punti di riferimento a cui ispirarsi. Una carenza rilevata anche da una società di collocamento a lavoro come Manpower. «Credo - dice il presidente Stefano Scabbio - che si debba cambiare la logica della formazione.

L'università non prepara secondo le esigenze del mercato del lavoro». Una ricerca di Manpower Italia a questo proposito segnala che le aziende italiane credono che si debba investire pri- ma di tutto sul turismo (53,8%).

Istruzione tecnica e formazio- ne a partire dai banchi di scuola.

Una proposta su cui frena Alessandro Laterza: «La scuola deve crescere e innovare - dice il presidente della commissione cultura di Confindustria - ma la vera formazione al lavoro va fatta in azienda». Freno alla competitività - per Domenico Arcuri, a.d. di Invitalia - anche la mala burocrazia. «Stiamo cercando di adottare procedure più snelle - dice - attraverso i contratti di sviluppo che privilegiano il silenzio assenso e investono conferenze di servizi».

Una storia in controtendenza, quella di Vodafone che in Italia investe i miliardo l'anno e che reputa il paese il suo primo mercato europeo. «Cerchiamo giovani motivati e professionisti solidi - dice Paolo Bertoluzzo, ad di Vodafone Italia - continueremo a investire in Italia».

Più tarato sull'attualità politica l'intervento di Antonio D'Amato: «Così l'Italia non va da nessuna parte», ha commentato l'ex presidente di Confindustria che ha chiesto di recuperare «il senso dello stato e delle istituzioni e la dignità del ruolo».

 

Da "Il Corriere della Sera" di sabato 30 ottobre 2010

UN GIOVANE SU QUATTRO CERCA LAVORO

L'inflazione riprende il passo. Secondo i dati Istat provvisori di ottobre, i prezzi sono saliti dello 0,2% rispetto a settembre ma dell'1,7% tendenziale.

Era l'1,6% un mese fa, ma soprattutto era solo lo 0,3% nell'ottobre 2009.

Tra i prodotti che hanno fatto registrare in un anno i rincari maggiori ci sono le bevande alcoliche e i tabacchi (+ 1,6%), l'istruzione (+1%), bar e ristoranti (+0,7%).

Ma i dati che ancora og- gi spiccano in primo piano sono quelli sulla disoccupazione, arrivata in settembre all'8,3%, con il picco del 26% per i giovani.

E ci sono ancora degli strascichi sulle rilevazioni fatte dagli economisti della Banca d'Italia e ribaditi dal governatore Mario Draghi alla Giornata mondiale del risparmio. Il Governatore, e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ne ha condiviso l'analisi, ha citato un tasso di sottoutilizzo della forza lavoro pari all'11%, che raccoglie i disoccupati veri e propri i cassintegrati e gli scoraggiati, cioè coloro che hanno smesso di cercare lavoro perché disperano di trovarne uno.

Il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta non è però d'accordo: «E necessaria una grande attenzione nell'impiego delle definizioni che riguardano il mercato del lavoro» ha detto, spiegando che solo il tasso di disoccupazione rilevato dall'Istat può essere confrontato a livello internazionale.

«Esercizi contabili di altro tipo sono sempre possibili ma in ogni caso non devono servire a creare confusione». Anche il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha voluto chiarire, facendosi anche prendere dall'irritazione, che «i cassintegrati non possono essere considerati alla stregua dei disoccupati».

Ma che comunque «per quanto originale» quello di Bankitalia è uno studio «apprezzabile e utile». A patto però che si riferisca al sottoutilizzo del lavoro e non alla disoccupazione. Che è quella invece misurata dall'Istat:

in settembre è salita all'8,3% dall'8,1% di agosto. Rispetto a settembre dell'anno scorso l'aumento è dello 0,1%.

È cresciuto però in misura maggiore il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) arrivato in settembre al 26,4% dal 25% di agosto. In pratica un giovane su quattro non riesce a trovare lavoro.

Allargando lo scenario all'Europa, secondo i dati Eurostat, il tasso di disoccupazione è sali- to al 10,1% nell'Eurozona (dal 1o% di agosto) ed è rimasto stabile al 9,6% nell'Ue a 27 Paesi.

In rapporto ad agosto, c'è stato un aumento di 71 mila unità nella Ue e di 67 mila nella zona dell'euro. Ciò vuol dire che in un anno il numero dei disoccupati è cresciuto di 650 mila unità nell'intera Unione Europea e di 424 mila nella sola zona dell' euro. La situazione più critica resta in Spagna (20,8%) seguita dalla Lettonia (19,4%) mentre quella più positiva è in Olanda (4,4°70) e in Austria (4,5%). Su base annua, sette stati hanno visto una diminuzione della disoccupazione, in uno è rimasta stabile, mentre in tutti gli altri è aumentata. Tra le diminuzioni più significative, quella della Germania, dove i senza lavoro sono calati dal 7,6% al 6,7%.


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