Istat, reddito procapite l'Italia spaccata in due, nord più ricco, meridione più povero

28 Gennaio 2020   12:45  

"In testa alla graduatoria del reddito disponibile per abitante si conferma la Provincia autonoma di Bolzano-Bozen, con 26mila euro correnti (25,3 milaeuro nel 2017), seguita da Emilia-Romagna e Lombardia (22,9 milaeuro).

La Calabria chiude la graduatoria con 12,7 mila euro,preceduta da Campania e Sicilia (rispettivamente 13,5 mila euro e 13,6mila euro)". Lo rileva l'Istat in base a dati del 2018. Una classifica quella del reddito pro-capite che restituisce l'immagine di un Paese spaccato, con un Nord più ricco e un Mezzogiorno più povero. Nel 2018 il Pil in volume è aumentato dell'1,4% nel Nord-est, dello 0,7% nel Nord-ovest e nel Centro e dello 0,3% nel Mezzogiorno, rileva l'Istat, sottolineando che il Pil pro capite vede in cima alla graduatoria l'area del Nord-ovest con un valore in termini nominali di oltre 36.000 euro, quasi il doppio di quello del Mezzogiorno, pari a circa 19.000 euro annui. Le famiglie residenti nel Nord-ovest dispongono del livello di reddito per abitante più elevato (oltre 22.000 euro), quasi il 60% in più di quelle del Mezzogiorno (14.000 euro).

A livello regionale sono le Marche a registrare la crescita del Pil più elevata, con un 3% di aumento rispetto all'anno precedente. Un deciso recupero dell'attività produttiva si rileva anche per l'Abruzzo, dove il Pil è cresciuto del 2,2% a fronte dello 0,6% del 2017, e per la Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen (+2%). Sopra la media nazionale si posizionano altre tre regioni del Mezzogiorno: Sardegna e Puglia (+1,4%) e Molise (+1,2%). In Lombardia la crescita economica rallenta sensibilmente: nel 2018 il Pil è aumentato dello 0,5%, contro il + 2,2% dell'anno precedente. Lazio (-0,2%) e Sicilia (-0,3%) chiudono il 2018 con una diminuzione del Pil in volume, ma le flessioni più rilevanti si riscontrano in Campania (-0,6%) e Calabria (-0,8%). Quanto alla spesa per consumi delle famiglie, la dinamica nel 2018 è positiva e pari allo 0,9%  appena superiore a quella del Pil (+0,8%).

Gli incrementi più significativi dei consumi delle famiglie in volume si registrano in Liguria e Lazio (+1,7% in entrambe le regioni), seguite da Abruzzo (+1,5%), Umbria e Molise (+1,4%). Un rallentamento deciso della spesa delle famiglie si riscontra, invece, per la Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen e per il Piemonte, dove i consumi sono aumentati solo di un modesto 0,3%.  Con 36.200 euro nel 2018 (35.700 nel 2017) il Nord-ovest resta l'area geografica con il Pil per abitante più elevato (misurato in termini nominali). Seguono il Nord-est, con 35.100 euro (34.300 euro nel 2017) e il Centro, con 31.600 euro (31.100 euro nel 2017).

Il Mezzogiorno, con 19.000 euro (poco più della metà di quello del Nord-ovest), supera lievemente il livello del 2017 (18.700 euro).    Economia sommersa e illegale al 13,5%, al Sud 19,4% L'economia sommersa e illegale rappresenta in Italia il 13,5% del valore aggiunto totale (l'incidenza sul Pil e' pari al 12,1%).

Lo rileva l'Istat con riferimento al 2017, sottolineando che le componenti più rilevanti in termini di peso sono la rivalutazione della sotto-dichiarazione dei risultati economici delle imprese (6,2%) e l'impiego di lavoro irregolare (5,1%). L'economia illegale e le altre componenti minori (mance, fitti in nero e integrazione domanda-offerta) incidono per il restante 2,2%. 


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