Micron, la FIOM dura sugli sviluppi della vertenza

Riceviamo e pubblichiamo

02 Marzo 2013   15:38  

Gli unici Tacchini che conosciamo è Sergio!
Capiamo che è difficile accettare il fallimento del progetto M3 (Metodologia Micron per la Marsica) e ci si possa sentire come “Calimero; in ogni caso, nell’esprimere solidarietà a chi non è riuscito a portare la propria metodologia nella Marsica e ritenendo opportuno che superi questo difficile momento facendosene una ragione, consigliamo un’ottima terapia: accettare il confronto. Tale terapia, oltre a migliorare lumore individuale, potrebbe fugare i dubbi che attanagliano i lavoratori.
Continuare ad eludere il confronto è un errore, infatti, mentre qualcuno da lezioni al
nostro Territorio ci troviamo davanti all’ennesimo paradosso:

smentita non arrivata, amara conferma.

Qualche mese fa, l'8 novembre 2012, veniva pubblicato su un blog specializzato il sunto di una intervista al vice presidente e direttore generale della divisione mobile di Aptina, Farshid Sabet, in cui lo stesso dichiarava che la società si sarebbe rifornita di sensori d'immagine prodotti nello stabilimento di TSMC su wafer a 300mm.

La FIOM ritenne opportuno diffondere la notizia e porsi domande sulle conseguenze che questa scelta avrebbe necessariamente prodotto per il sito di Avezzano. Per tutta risposta l'alta dirigenza di Fab9 e alcuni personaggi esterni all'azienda si premurarono di dire che si trattava di un malinteso e che sarebbe seguita una pronta smentita... ...stiamo ancora aspettando!

Da allora si sono susseguiti numerosi avvenimenti, più o meno importanti per il futuro dello stabilimento marsicano, ed oggi, a distanza di tempo, ci sembrano "stranamente" ben incastrati temporalmente i due articoli, i cui link riportiamo in fondo alla pagina, e l'annuncio di venditadi Micron Italia a LFoundry.

In questi articoli non solo si annuncia che Aptina produrrà i propri sensori di immagine nello stabilimento TSMC ma che questi prodotti saranno realizzati utilizzando una tecnologia rivoluzionaria. Queste cose non si fanno in una notte e nemmeno in 6 mesi...

A questo punto una nuova domanda sorge spontanea: APTINA, oltre a garantire la prelazionedegli impianti, continua a trovare conveniente l’impegno produttivo per lo stabilimento di Avezzano? 


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