Ocse all'Italia: "Non tagliate legge Fornero"

21 Settembre 2018   11:08  

L'Ocse rivede al ribasso, tagliandola di 0,2 punti, la stima della crescita del Pil italiano nel 2018, che ora viene fissata all'1,2 per cento. Nella revisione dell'Economic Outlook appena diffuso, l'Organizzazione conferma invece all'1,1 per cento la previsione per la crescita del nostro paese nel 2019. L'Ocse indica fra la possibili ragioni del rallentamento del Pil l’incertezza sulle scelte politiche, l'aumento dei tassi di interesse e una minore crescita dell’occupazione, che potrebbe trattenere la spesa delle famiglie.

Dalla capo economista dell'Ocse, Laurence Boone, arriva anche l'invito a "non disfare la riforma Fornero".

"Ci sono segnali" che indicano come la crescita dell'economia mondiale - con la netta ripresa registrata dopo la crisi scoppiata nel 2008 - "potrebbe avere toccato il picco", con un aumento del Pil globale stimato sia nel 2018 che nel 2019 al +3,7% "con un aumento dei rischi al ribasso" scrive l'Ocse nella revisione dell'Economic Outlook, evidenziando come "la crescita è diventata meno omogenea, con prospettive differenti fra le principali economie", soprattutto fra quelle emergenti.

Rispetto alle stime del maggio scorso la stima sul Pil globale è stata tagliata di 0,1 punti per il 2018 e di 0,2 per il prossimo anno. L'Ocse definisce "sorprendentemente bassi" sia l'inflazione sia l'andamento delle retribuzioni che però "dovrebbero continuare a crescere gradualmente".

''L'Ocse non deve intromettersi nelle scelte di un Paese sovrano che il governo democraticamente legittimato sta portando avanti. Il superamento della legge Fornero è nel contratto e verrà realizzato. Quasi due terzi degli italiani sono con noi. I burocrati se ne facciano una ragione. Siamo stati eletti anche per questo e manterremo l'impegno preso'', replica alla Boone su Facebook il vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio.

"Non raccoglierei polemiche, queste valutazioni non mi sembrano possano essere supportate da fatti, dai riscontri reali", dice dal canto suo il premier Giuseppe Conte aggiungendo: "Io so che stiamo facendo una riforma strutturale e una manovra seria: noi vogliamo essere credibili, innanzitutto per i nostri cittadini e poi lo saremo anche per i mercati. Sappiamo come stiamo lavorando e non ci preoccupano valutazioni.



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