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Quota 100 prevede la possibilità di anticipare il pensionamento a 62 anni d'età e 38 di contributi senza alcuna penalizzazione. La misura, approvata ieri dal Consiglio dei ministri assieme al reddito di cittadinanza, riguarda il periodo di tre anni, dal 2019 al 2021 e una platea stimata in un 1 milione di lavoratori. Per la misura sono stati investiti 22 miliardi di euro.
Resta anche per il 2019 l'Ape Social, l'accesso all'indennità sostitutiva della pensione viene prorogata dal 1° gennaio al 31 dicembre 2019 e dura fino al conseguimento dell'età anagrafica per la pensione di vecchiaia. Per usufruirne occorre avere almeno 63 anni di età e 30 o 36 anni, a seconda dei casi, con bonus di un anno per figlio (max 2) per le lavoratrici.
La pace contributiva prevede la possibilità di riscattare, su richiesta, periodi di buco contributivo non obbligatori per massimo 5 anni. La possibilità è prevista per un triennio dal 2019 al 2021. Il riscatto del periodo di laurea sarà a condizioni agevolate entro i 45 anni: sarà detraibile l'onere del 50% in cinque quote annuali e la rateizzazione fino a 60 rate mensili.
Per tutti i pensionati pubblici (non solo quota 100) è prevista la possibilità di avere subito l'anticipo di fine rapporto fino a 30.000 euro. Sarà inoltre possibile cumulare periodi assicurativi presenti su più gestioni.
La pensione non è cumulabile con redditi da lavoro dipendente o autonomo ma sì con redditi da lavoro occasionale (5mila euro max).
Fondo bilaterale per il ricambio generazionale: si può accedere per andare in pensione tre anni prima di quota 100 a patto che ci sia un'assunzione. Sono esclusi i lavoratori in Isopensione (prestazioni in essere o erogate).