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“Altro che Decreto Salva Italia…siamo al Recessitalia”. Così il presidente della Provincia Valter Catarra e l’assessore al Bilancio Di Giacinto commentano i pesantissimi tagli che si sono abbattuti sulle casse della Provincia in seguito alle decisioni prese dal Governo Monti. Tagli che avranno delle ripercussioni immediate e trasversali sul Bilancio della Provincia, a cui dovrà essere operato un’ulteriore riduzione di 2 milioni e 150 mila euro. “Avevamo calcolato – spiega Di Giacinto – 4,8 milioni di euro in meno rispetto agli anni passati, e, su questa base, avevamo chiuso il Bilancio. Quando siamo venuti a conoscenza di questa manovra del 29 febbraio siamo rimasti letteralmente sbigottiti: non volevamo crederci, invece, purtroppo, ne abbiamo avuto conferma”. Fra i settori più colpiti, la viabilità, a cui andrà oltre un milione di euro in meno, sul personale trasferito alla Provincia dal Ministero per i centri per l’Impiego (-1,3 milioni), e su altre voci varie (-560 mila euro). Dal 2008 ad oggi le casse della Provincia sono state messe a dura prova: tra minori entrate, che hanno inciso per 4,4 milioni di euro, i tagli governativi, che hanno sfiorato i 10 milioni, i debiti fuori bilancio della passata amministrazione (7,5 milioni) la capacità di spesa si è ridotta di 21 milioni e 850 mila euro. Per contro, però, le spese reali sono aumentate: tra le voci evidenziate da Catarra e Di Giacinto spiccano quelle per la gestione del calore (2,8 milioni di euro), il trasporto e l’assistenza per i disabili (3,650 milioni), le alluvioni (3,5), le nevicate (1,1) a cui si aggiungono altri capitoli di spesa, la cifra supera 16 milioni. “In sostanza – è il bilancio di Catarra – abbiamo potuto immettere sul territorio 38 milioni in meno”. Come far fronte a questa situazione? “Finora – aggiunge Catarra – siamo stati bravi, riuscendo a tagliare laddove possibile senza pesare sui cittadini in termini di minori servizi, ad esempio in 4 anni abbiamo risparmiato 1,8 milioni di euro sul personale. Adesso ci aspettano dei grandi sacrifici, i tagli saranno trasversali e sicuramente non potremo fare investimenti, sinceramente comincio a preoccuparmi anche per i Centri per l’impiego”. Si prospettano quindi ulteriori vendite dei “gioielli” di famiglia, con l’alienazione di immobili di proprietà dell’Ente. “Si tratta – conclude Di Giacinto – di una strategia d’emergenza, che, comunque, non rappresenta certo una strada virtuosa, in quanto si tratta di entrate una tantum che impoveriscono l’Ente sotto il profilo del patrimonio pubblico”.