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Le maggiori spese per investimenti derivanti dal Recovery Fund, stimate in oltre 41 miliardi all'anno, "potrebbero tradursi in un aumento cumulato del livello del Pil di circa 3 punti percentuali entro il 2025, con un incremento degli occupati di circa 600.000 unità".
E' uno dei due scenari messi a punto dalla Banca d'Italia illustrati, in un'audizione in commissione Bilancio alla Camera, dal capo del servizio struttura economica, Fabrizio Balassone. "Entrambi gli scenari - ha spiegato - presuppongono che i fondi disponibili per l'Italia, che si assumono pari a 120 miliardi per i prestiti e a 87 per i trasferimenti, siano utilizzati pienamente e senza inefficienze, con una distribuzione della spesa uniforme nel quinquennio 2021-2025".
"I benefici effettivi che l'Italia potrà ottenere dall'utilizzo dei fondi del nuovo strumento dipenderanno dalla capacità del Paese di proporre interventi in grado di contribuire a rafforzare il potenziale di crescita economica, coerenti con gli obiettivi e i requisiti del programma, e di attuarli in tempi rapidi e senza sprechi" prosegue Balassone. Imprescindibile riequilibrio conti "Il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza deve fondarsi anche sull'obiettivo imprescindibile di conseguire un sostanziale, progressivo e continuo riequilibrio dei conti pubblici".
E' quanto ha affermato il Capo del Servizio Struttura economica della Banca d'Italia. "A questo - ha proseguito - può contribuire soprattutto il rilancio della crescita, che sarà possibile solo se le risorse saranno impiegate in maniera produttiva; in caso contrario i problemi del Paese non sarebbero alleviati dal maggiore indebitamento, ma sarebbero accresciuti".
Proroga stop licenziamenti può rallentare riorganizzazione L'estensione temporale del blocco dei licenziamenti potrebbe rallentare nel medio periodo la riorganizzazione aziendale e la riallocazione dei lavoratori tra imprese e tra settori, penalizzando i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro nei mesi scorsi, in larga parte giovani" ha sottolineato ancora in un passaggio Balassone. "
Al riguardo -va rilevato che se il decreto 'agosto' permette i licenziamenti in caso di cessazione dell'attività, non li consente in caso di soppressione di singole unità produttive.
Va inoltre notato che il divieto di licenziamento rappresenta un'eccezione nel contesto europeo: la Germania e la Francia non hanno introdotto restrizioni di questo tipo.
In Spagna il DLR 9/2020 ha previsto che la crisi sanitaria non possa essere annoverata tra le motivazioni che legittimano il licenziamento economico; rimangono tuttavia valide le altre possibili motivazioni (ad esempio, ristrutturazione aziendale, soppressione della mansione). Infine, il licenziamento rimane in ogni caso possibile in Spagna, in quanto, secondo l'interpretazione prevalente, la sua eventuale illegittimità determina il pagamento di un indennizzo in capo all'impresa ma non la sua nullità".
Interventi su Pa, innovazione e patrimonio "E' possibile individuare almeno tre macro aree nelle quali gli interventi appaiono altrettanto urgenti: Pubblica amministrazione, innovazione, salvaguardia e valorizzazione del nostro patrimonio naturale e storico-artistico" spiega Bankitalia. E, ha evidenziato, "gli effetti di un'azione di rinnovamento dell'amministrazione pubblica, delle infrastrutture, tradizionali e innovative, della scuola possono essere particolarmente rilevanti al Sud.
Nelle regioni meridionali deve innanzitutto migliorare l'ambiente in cui le imprese operano, in primo luogo con riferimento alla tutela della legalità".