Come sta cambiando il lavoro del commercialista?

25 Febbraio 2020   09:28  

La professione del commercialista è destinata a scomparire? Probabilmente no, nonostante le tetre previsioni di qualche analista, ma una cosa è certa: il ruolo del commercialista è atteso da grandi cambiamenti nel corso del prossimo futuro e i professionisti di questo settore dovranno essere in grado di intercettarli e vivere da protagonisti.

Ma quali sono i cambiamenti in corso che nei prossimi anni subiranno delle accelerazioni imponenti?

L’avvento della digitalizzazione

Naturalmente, la prima rivoluzione in questo campo non può che essere quella della digitalizzazione, un processo che, grazie anche all’uso di software contabilità commercialista, dotati di caratteristiche di innovazione, sta rendendo sempre più dematerializzato, automatizzato e regolamentato ogni aspetto contabile.

Nello specifico, un riferimento può ben essere apportato alla fatturazione elettronica, inteso come quel sistema digitale di emissione, di trasmissione e di conservazione delle fatture che, dal suo avvento nel 2014 (solo per i rapporti con la pubblica amministrazione) ha finito poi con l’essere applicato per qualsiasi tipo di relazione nel 2019.

L’automatizzazione

Parzialmente collegato con il primo dei punti di riferimento rivoluzionari per il ruolo dei commercialisti è quello dell’automatizzazione. Anche in questo caso, gli esempi non mancano di certo: si pensi alle dichiarazioni precompilate, che milioni di contribuenti in tutta Italia stanno sfruttando, anno dopo anno, per poter elaborare in pochi istanti dei modelli preimpostati di dichiarazione dei redditi (e non solo) in grado di sostituire il commercialista nelle sue attività ordinarie.

La concorrenza

Altro elemento che sta contribuendo a cambiare – e non poco – il ruolo del commercialista, è la crescente concorrenza. La possibilità di poter esercitare la propria consulenza tributaria anche a distanza, o avvalendosi delle più innovative tecnologie, sta abbattendo qualsiasi tipo di barriera, allargando il campo della competizione. Spesso l’avvento di una maggiore concorrenza coincide con la riduzione della redditività degli studi commercialisti, alle prese con una flessione delle tariffe e con la conseguente erosione delle marginalità.

Conclusioni

Quindi, a margine di quanto sopra, si può affermare che la professione del commercialista andrà a morire? 

Riteniamo di no. La figura del commercialista continuerà a prosperare anche nel prossimo futuro, e anche negli anni a venire sarà dunque un professionista indispensabile per poter supportare il coerente sviluppo della clientela. 

Tuttavia, sarà in grado di ricoprire la funzione di cui sopra solamente se saprà adattarsi ai numerosi cambiamenti in atto, e se saprà coglierne le opportunità, evitando di valutarle come fastidi, disagi o “problemi”.

Insomma, riteniamo che il commercialista abbia ancora un futuro roseo davanti a sé. Ad essere in discussione non è certamente la presenza del suo ruolo nell’ambito organizzativo italiano, ma – semmai – la sua capacità di generare servizi di consulenza a valore aggiunto elevato nei confronti della clientela, che vadano al di là della sola attività di gestione della contabilità, oramai sempre più automatizzata e delegata a sistemi digitalizzati.

Vedremo dunque se il commercialista del futuro sarà in grado di intercettare questo cambiamento in corso, e se saprà elevarsi a vero e proprio consulente di azienda.


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