Flessione delle imprese aquilane

20 Ottobre 2015   11:46  

La crisi sta passando, il momento di stallo si sta sbloccando, il lavoro aumenta. Legge di Stabilità, Jobs Act e quant'altro ci vengono a confortare con le loro belle parole, ma poi, quando si arriva a considerare il fatti, quelli reali, tangibili, non si può che riscontrare una dolorosa e sconfortante situazione di precariato. La stessa in cui versano diverse imprese su tutto il territorio nazionale. Naturalmente i dati di questa condizione sono ormai noti e allo stesso modo anche le dirette conseguenze. La meno drammatica è lo spostamento delle sedi operative in altri paesi, soprattutto quelli dell'est, dove la forza lavoro costa meno e, soprattutto, la tassazione è decisamente inferiore rispetto a quella italiana.

Nella peggiore delle ipotesi le aziende chiudono, lasciando a casa diversi dipendenti. Ora, la cosa più inquietante è porsi la domanda di come possano fare quelle famiglie che già in mobilità si trovano in difficoltà, che magari sono costrette a ricorrere a prestiti inps per andare avanti (approfondimenti su http://espertoprestiti.com/prestiti-inps), figurarsi se dovessero restare definitivamente senza alcun introito. E naturalmente queste cose accadono laddove meno ce ne sarebbe la necessità, come nel territorio dell'Acquila, già pesantemente provato dai gravi danni dovuti al terremoto di alcuni anni fa.

Ma vediamo un po' di numeri per capire la portata della situazione. Se nel 2008 le imprese della provincia aquilana erano più di 26 mila, nel 2014 sono diminuite fino a contare poco più di 25 mila unità. Si parla quindi di un -2,29%. Certo, sempre meglio del dato nazionale che attesta una percentuale del -3,15%. Eppure questo non è certo consolante. Ovviamente dipende appunto da come si voglia valutare questo dato: preso di per sé lascia con una sensazione di sconforto, relazionato ai dati nazionali invece, sembra essere quasi positivo. Ma poco conta se si vede il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto perché le famiglie di chi non ha uno stipendio fisso il bicchiere nemmeno lo vede con tutta probabilità.

E sono proprio le fasce più deboli quelle maggiormente pressate da questa situazione, come gli anziani e i giovani che via via vanno abbandonando la propria terra per cercare fortuna all'estero.


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