Le Tv locali abruzzesi ci costano 1 milione di euro, alcune licenziano pure...

Il Presidente Lucci: “Tutelare personale e puntare su qualità"

19 Dicembre 2013   16:14  

Un grasso, grassissimo Natale per le emittenti TV abruzzesi che si spartiscono il milione di euro di fondi pubblici destinati all'emittenza televisiva.

Più di un quarto del bottino lo prende la chietina (pescarese) Rete 8 con i suoi 257mila euro, segue con 191mila euro la teramana TVSEI, terza la lancianese Antenna 10 con 171mila euro e quarta e quinta con 162mila euro a testa la teramana Teleponte e la pescarese Nuova Teleabruzzo Regionale, poi ci sono le altre con 16mila euro a testa fino alla 13esima posizione con TVQ, TeleSirio, Antenna 2, TRST, TVT e Onda TV.

Soldi, tanti soldi che lo stesso presidente del Co.Re.Com. Filippo Lucci, organismo che stila la graduatoria in base alle domande, è deciso a non versare più "a pioggia".

Lucci nella nota è molto duro, “Stupisce che proprio quando consentiamo di ricevere due annualità di contributi, alcune emittenti si apprestano a mettere in cassa integrazione o addirittura a licenziare dipendenti. - poi continua - Noi lottiamo per questi fondi, proprio per garantire la permanenza di tecnici e giornalisti, che possano accrescere il profilo informativo che le tv locali devono avere, rinunciando a “guadagni facili” e puntando sulla qualità dei palinsesti e sulla copertura del territorio. - infine conclude - Stiamo lavorando in accordo con il Mise per riformare questa legge affinché vengano premiate le aziende televisive che realmente investono sui contenuti e nuove produzioni altrimenti si rischia di continuare a elargire contributi a pioggia cosa che il nostro paese non si può più permettere di fare.”

Purtroppo va sottolineato come, al contrario di quanto si auspica il Presidente, il Governo italiano percorre una strada diametralmente opposta ed è sicuro nel volere assegnare anche i proventi della cosiddetta "Google tax", che dovrebbe tassare i contenuti indicizzati, a carta stampata e TV.

Insomma come sempre accade si tutelano i grandi gruppi editoriali monolitici e si penalizzano fortemente le realtà medio piccole.

Ci sentiamo di consigliare al Presidente Lucci e al sottosegretario Legnini di riflettere su questo tipo di politica assistenzialista.

Non sarebbe opportuno lasciare il mercato libero di regolarsi senza drogarne una parte con finaziamenti che piovono dall'alto? Non sarebbe più giusto che chi ha l'abilità di fare impresa possa confrontarsi su un campo non dopato con gli altri?

Lo abbiamo chiesto qualche giorno fa anche su facebook proprio al sottosegretario Giovanni Legnini che ancora non ha trovato il tempo per risponderci, lo chiediamo di nuovo ad entrambi gli illustri rappresentanti delle istituzioni:

La stampa cartacea (e l'emittenza televisiva) da sempre è drogata dai contributi pubblici. Da un lato sgravi fiscali, dall'altro sovvenzioni sul numero di copie stampate (non vendute in edicola). Poi che fanno? 

Utilizzano questi fondi non per migliorare i loro giornali, ma per aggredire il mercato online dove già ci sono piccole e medie testate che senza una lira di finanziamento sono anche 10 anni che fanno informazione.

Stesso discorso vale per le televisioni, anche loro percepiscono fior di quattrini dallo stato.

La proposta di ABRUZZO24ORE.TV?

Togliere tutti i contributi pubblici sotto ogni forma e solo chi saprà stare al mercato sarà premiato dal pubblico... ma pare che il legislatore abbia idee differenti.

ECCO LA CLASSIFICA:

 


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