Legge finanziaria regionale: Sclocco (PD) su approvazione Bilancio regionale

30 Dicembre 2011   08:12  

La consigliera regionale, Marinella Sclocco, ha inviato in redazione la sintesi del suo intervento, che pubblichiamo. "La «Grande crisi» esplosa nel 2008, si è manifestata inizialmente nelle Borse e nel sistema bancario a livello internazionale; ciò ha contribuito a un'interpretazione diffusa che la sua natura sia essenzialmente finanziaria; invece, la crisi riflette anche e soprattutto contraddizioni di natura reale delle relazioni economiche, sociali e politiche tuttora irrisolte. La natura e le cause della crisi attuale indicano, in particolare, la specifica necessità di riconsiderare il ruolo delle politiche sociali e delle istituzioni del welfare state il cui sviluppo storico è stato non tanto una conseguenza della ricchezza materiale e civile dei paesi economicamente più avanzati, ma – soprattutto – uno dei suoi presupposti non secondari. Politiche economiche e imprenditoriali miopi spingono a contenere la spesa sociale Il prevalere di queste politiche di corto respiro, che tendono a valutare la spesa sociale come un costo che pregiudica la crescita anziché un investimento che la favorisce, ha contribuito al cosiddetto declino dell'economia italiana, alimentando il circolo perverso della corsa al ribasso delle condizioni economiche e sociali. L'Abruzzo non può permettersi si avere questa stessa visione. Anche in un periodo di crisi e tenendo conto delle esigue risorse disponibili, si può riformare l'assistenza sociale, in modo da garantire efficacia ed equità. Purché non si persegua solo il contenimento della spesa pubblica. Sono passati 12 mesi e siamo ancora alle stesse problematiche da affrontare. Il percorso avviato dalla legge quadro sull'assistenza sociale (328/2000) non è mai stato completato neanche in Abruzzo (c'è una legge della consigliera Sclocco). Il settore attende da tempo una riforma quadro che tracci le linee del welfare in Abruzzo. La legge sulla famiglia è di quasi dieci anni fa, e la nostra non è mai stata discussa in commissione, così come non è stata mai discussa in commissione la legge sul garante dell'infanzia. Voglio spendere due parole sulla proposta di legge sulla non-autosufficienza: una cordata di 25 associazioni la sta sostenendo con forza, li si convoca in quinta commissione, poi in prima, poi nella commissione capigruppo. Grandi disponibilità, poche anzi nessuna certezza. Eppure basterebbe uno studio di fattibilità dell'azienda sanitaria per dimostrare il risparmio che si otterrebbe, ma lo studio non esiste ed ahimè non esistono dati in assessorato o, se ci sono, non vengono resi pubblici. Gli assessorati, o meglio le strutture Sociali e Sanitarie in Abruzzo, non comunicano. Altra questione vergognosa é la gestione dei tre milioni di euro destinati ai centri antiviolenza dal decreto Berlusconi per l'Aquila. Destinarne una meta alla Caritas e l'altra meta alla consigliera di parità è una vera beffa nei confronti delle decine di associazioni che quotidianamente e con grandi difficoltà si occupano della difficile e delicata questione sul territorio aquilano. Cosa aggiungere ancora sulla vicenda IPAB. Una legge che sarebbe potuta essere il Fiore all'occhiello e che invece è stata usata come centro di potere di nomine e controllo e la legge sulle associazioni di promozione sociale, una occasione persa era possibile dare rilievo, vitalità e partecipazione alle associazioni, si è scelto di fare l'ennesimo elenco senza fondi. L'anno scorso manifestavo le mie perplessità sul piano sociale triennale , sulla carenza di risorse, sulla necessità di investire sul "benessere". Dopo numerosi aggiustamenti, attraverso anche i nostri emendamenti non siamo stati in grado comunque di poter votare a favore del documento. Oggi siamo esattamente dov'eravamo, se non peggio vista la recessione che ha colpito l'Italia e l'Abruzzo. Tutto ciò che mi preoccupava si è purtroppo realizzato. Le Cooperative che hanno resistito alla crisi sono in ginocchio e devono ancora ricevere il rimborso per l'anno 2009, servizi sociali scarsi, sindaci che non sanno come garantire le loro continuazione. L'inclusione sociale relegata quasi esclusivamente alla formazione con il fondo sociale europeo. Poi c'è tutta la questione della legge 13 del 1989 per il superamento delle barriere architettoniche negli edifici legge però senza fondi. Rivediamo dunque i criteri della Legge ma non lasciamo prigioniere in casa propria. Ricordo del servizio di Trasporto e assistenza agli studenti disabili. Ricordo delle battaglie per aumentare, anche attraverso la riduzione delle nostre indennità , il quantum da trasferire. Veniamo agli investimenti e al reperimento di risorse da investire nel Patto per L'Abruzzo. Lo sviluppo passa attraverso gli investimenti e sulla capacità di rendere interessante il nostro territorio al punto da essere un polo attrattivo. Forse un aeroporto d'Abruzzo più funzionante. Con aggiustamenti promessi da tempo (accordo di programma sulle infrastrutture firmato nel 2009. La pista corta non attrae né per il turismo nè per il commerciale e siamo ancora in attesa della messa in sicurezza. E poi passiamo al Porto di Pesca divenuto praticamente calpestabile. Potremmo farlo diventare un polo d'attrazione turistica, non ce ne saranno sicuramente altri in Italia. La città di Pescara ha un piano portuale approvato dal Comune, ma non reso esecutivo dalla vostra giunta, per questo richiederemo il dirottamento dei fondi FAS dalla filovia al porto".


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