Risorse umane, storia e prospettive

17 Marzo 2012   21:45  

Si è tenuto ieri a Chieti Scalo il convegno "HR2020. Storia e prospettive"
Organizzato da Aidp (Associazione Italiana Direzione del Personale) in collaborazione con Confindustria Chieti e Confindustria Pescara. Al centro del dibattito, le risorse umane e il loro futuro. Di seguito, un estratto degli interventi.

Nel 2020 le imprese impiegheranno una forza lavoro del tutto diversa, per cultura e skill. Useranno tecnologie e metodi gestionali più evoluti, dedicandosi a business che oggi appena si intravedono. Il Professor Domenico De Masi ha chiesto ai relatori del convegno: come deve modificarsi la funzione HR, per far fronte a questi cambiamenti? Quali saranno le key competence per i dirigenti e i professionisti delle HR?

Il ruolo attuale in azienda e il prestigio delle HR è adeguato alle funzioni delicatissime che esse sono chiamate a svolgere? La posizione dei Direttori del Personale è destinata a crescere nell’azienda postindustriale? E poi: In Italia si lavora troppo poco? Oppure si lavora troppo ma a bassa produttività? La quantità e la qualità della produzione e dei servizi dipende dal controllo o dalla motivazione? È ancora tempo di leader carismatici o piuttosto dei "nice leader", che creano organizzazioni garbate e rispettose delle singole personalità?

Ed ecco la staffetta di alcuni interventi del convegno.

Per Raffaele Credidio, Presidente AIDP Abruzzo e Molise e HR Operations Manager in Micron Technology Italia è importante sottolineare come con questo convegno i Direttori HR abruzzesi sono stati pronti a rimettersi in discussione, analizzando le nuove competenze a loro richieste per competere nel 2020. Prosegue attraverso un’interessante metafora con il dipinto “La Vocazione di San Matteo”, opera del Caravaggio e copertina del volume “HR 2020. Storie e prospettive” (edito da Guerini, autori Domenico De Masi e Stefano Palumbo, ndr), che ha dato il titolo al convegno, ed evidenzia come <<la luce (la soluzione, la via di fuga dalla crisi) non viene dalla finestra (sarebbe scontato) ma è una nuova via (nel quadro la grazia divina) e quindi un vero e proprio cambio di paradigma. Nel passaggio dalla società industriale alla società postindustriale, dobbiamo rimettere in discussione tutto, persino che la luce provenga dalla finestra!>>

Continua il suo intervento evidenziando il periodo di disorientamento della nostra societa’, un disorientamento provocato dalla scomparsa dei vecchi modelli tayloristici e dalla mancanza di nuovi modelli di riferimento. <<Dobbiamo essere soggetti digitali e non soggetti analogici. I primi sono ottimisti, difensori delle pari opportunità, della interculturalità, della globalizzazione. I secondi, invece, sono pessimisti, spaventati dallo sviluppo demografico, dall’immigrazione e multirazzialità....non osano pensare al futuro e tanto meno a programmarlo, non si rendono conto della destrutturazione del tempo e dello spazio, come si fa ancora in molte aziende, che sono, purtroppo, ancora troppo ostili ai concetti di telelavoro, di flessibilita’ di orario di lavoro, ecc.>>.

Filippo Abramo, Presidente nazionale AIDP e Presidente europeo EAPM esorta l’Associazione ad essere <<agente di cambiamento insieme agli stakeholders, in primis le imprese e le Pubbliche Amministrazioni locali.>>

Paolo Primavera, Presidente di Confindustria Chieti , si chiede <<se possiamo ancora parlare di crisi o di un nuovo sistema economico con altre regole? In cui senz’altro un’importante spinta può arrivare oggi dal Direttore del personale.>>

Enrico Marramiero, Presidente di Confindustria Pescara, sottolinea come <<l’innovazione, l’internazionalizzazione, la ricerca, che oggi sono la chiave di volta, sono possibili solo con le persone. Questa la sfida che oggi ci aspetta: proporre il made in Italy nel mondo puntando sulla qualità e la ricerca dell’eccellenza, fattori chiave del nostro Paese. – e conclude dicendo che - il lavoro è sì un diritto, ma anche un dovere, e può diventare anche un piacere>>.

Nella tavola rotonda a rappresentare le imprese Riccardo Martorelli, Fab Manager Micron Technology Italia, ci dà un messaggio incoraggiante <<Micron ha già implementato molte delle previsioni emerse dallo studio per il 2020, negli ultimi 10 anni ha investito 1.300.000.000 di dollari nello stabilimento di Avezzano, seguendo e a volte

anticipando l’evoluzione del mercato, che richiede oggi una forte customizzazione, un nuovo modo di interpretare il lavoro nel quotidiano, una forte valorizzazione del capitale umano. Non sapendo fare sistema, i punti di forza su cui dobbiamo fare leva sono l’evoluzione organizzativa e la gestione dei talenti.>>

 

Interessante il profilo delineato da Carlo Pettinelli, Direttore del Personale e Organizzazione in Fater, che usa la metafora del calcio per proporci la figura del <<Direttore HR come l’allenatore della Nazionale, tutti sanno suggerire cosa deve fare, posto che sarà poi lui il parafulmine se il risultato non fosse la vittoria !>>. Marcello Vinciguerra, HR Manager Honda Italia Industriale, ci ha proposto un personaggio immaginario, Henry Romano (le iniziali non sono casuali, ndr) Direttore del personale nel 2020, e intuisce che la leva più forte per innescare un percorso virtuoso è ascoltare le persone: << in azienda come nella vita è importante instaurare relazioni basate sulla fiducia, sul confronto quotidiano fatto di ascolto e suggerimenti, anziché problemi e soluzioni>>.

 

La conclusione è lasciata a Roberto Zecchino, Direttore Risorse Umane Bosh Italia, che propone un concetto semplice quanto strategico: << conosciamo le nostre aziende e il territorio sul quale insistono, troveremo tante opportunità>>.


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