Sevel: i dipendenti malati di tumore denunciano la discriminazione del premio aziendale

03 Ottobre 2011   13:04  

"Uno schiaffo ai lavoratori, un atto discriminatorio senza precedenti in Italia". Cosi' i vertici della Fiom-Cgil definivano giorni fa l'accordo sul premio straordinario da assegnare agli operai per il 2011, firmato dai dirigenti della Sevel spa e dagli altri sindacati il 12 settembre scorso.

Ciò che secondo Fiom è di fatto inaccettabile che per il premio si valuta l'effettiva prestazione lavorativa: "Per portare a casa 900 euro lordi - spiegano da Fiom Cgil- un operaio avra' dovuto lavorare nel 2011 piu' di 1.700 ore, contate come ore di effettiva prestazione lavorativa, escluse quindi le malattie, le ferie, i permessi. In pratica bisognera' lavorare 218 giorni piu' 11 turni di straordinario per entrare nella fascia piu' alta: se una donna e' andata in maternita' a gennaio, ad esempio, non le spettera' il premio. Inoltre, il premio verra' erogato solo se si raggiungera' l'obiettivo di 224.000 furgoni entro il 2011: e se ne produrranno 223 mila? Niente premio?".

Cliccando qui potete leggere la lettera che alcuni operai Sevel scrivono ai sindacati.

“L'azienda –scrivono i dipendenti Sevel malati di tumore– dimostra di fregarsene della nostra malattia, e ci assegna postazioni impossibili per le nostre condizioni fisiche. Ci chiedono di metterci in malattia se non possiamo stare in postazione, i medici aziendali alzano le spalle perché non possono fare niente”. Aggiungono “E' vero che non possiamo sempre assicurare presenza al lavoro, e non per scelta, ma quando siamo presenti facciamo al produzione, che aumenta ogni giorno.”
I lavoratori, ammalati di tumore denunciano la disparità cui sarebbero costretti dal premio di produzione. “Ora anche la disparità  del premio che l'azienda vuol dare e che è legata alla presenza in fabbrica.....l'accordo firmato dai sindacati (tranne Fiom Cgil ndr) e Sevel a nostra insaputa." Secondo quanto scrivono questi dipendenti l'accordo tutela le ore di impegno sindacale ma non la malattia, la maternità, l'infortunio, la donazione di sangue.

“Noi - concludono nella lettere- continueremo a lottare contro questa malattia sapendo di non poter mai contare sull'azienda.”

A rendere pubblica la lettera che i malati scrivono a tutte le sigle sindacali è la Fiom Cgil che annuncia il proprio impegno a raccogliere 3000 firme per chiedere alle RSU di FIM-UIL-FISMI e UGL di ritirare il verbale dell'accordo.

Di fatto l'accordo contiene in sé un aspetto postivo ovvero l'impegno ad assumere 250 operai locali interinali e il contestuale stop agli operai trasferisti dagli altri stabilimenti Fiat.

di Barbara Bologna


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