Sixty, niente accordo. 183 in cassa integrazione

09 Marzo 2012   19:57  

La Sixty procederà con la richiesta di cassa integrazione straordinaria della durata di un anno per 183 dei 414 lavoratori dello stabilimento di Chieti dopo che questa mattina si è conclusa con un mancato accordo la procedura di consultazione fra azienda e sindacati, svoltasi presso la Provincia, e prevista nell’ambito delle procedure di legge. L’incontro, preceduto lo scorso 14 febbraio dalla presentazione di un piano industriale che prevede 183 esuberi in Italia e il ritorno all’utile nel 2015, è stato accompagnato da uno sciopero dei lavoratori che hanno manifestato con cartelli di protesta e bandiera dinanzi agli uffici provinciali nei quali si è tenuto il lungo confronto. Secondo le organizzazioni sindacali, che avevano chiesto la cassa integrazione a rotazione per tutti i lavoratori «da oggi l’Azienda e Confindustria si assumono una grossa responsabilità, sia per il merito che per il metodo di quanto accaduto nell’incontro odierno. Non si è arrivati ad un accordo sulla Cassa integrazione guadagni straordinaria per le seguenti ragioni – hanno detto a fine riunione i segretari provinciali di Filtcem Cgil, Femca Cisl e Uita Uil Rucci, Di Natale e Sacchetta: la Cigs per crisi, come causale, non è stata condivisa poichè in netto contrasto con le finalità del Piano Industriale e soprattutto perchŠ verrebbe considerata – dichiarazione congiunta di Azienda e Confindustria – come un anticipo della Mobilit…. Non è stata accolta la richiesta, che avrebbe sgombrato il campo da equivoci ovvero pre-licenziamenti, di aprire la Cigs per tutto il personale e avrebbe colto la reale finalità di tale ammortizzatore sociale. Non è stato chiarito a chi verranno esternalizzate alcune attività ovvero il cuore dell’azienda quali Magazzino Materie Prime, Cad e Controllo qualità tessuti e che fine faranno i lavoratori ad esse legate. Anche questo in netto contrasto con le finalità della Cigs. L’ulteriore conferma negativa dell’impatto del piano industriale viene evidenziata dalla dichiarazione della Sixty, secondo la quale anche se venissero colti gli obbiettivi, comunque rimarrebbero gli esuberi (250); anche questo in contrasto con le finalità della Cigs. Procedere in modo unilaterale, senza neanche attendere il coinvolgimento della Regione, attraverso l’unità di crisi e chiedere comunque la firma del Ministero è un ulteriore elemento negativo per tutti noi. Ringraziamo tutti coloro che oggi hanno aderito allo sciopero e partecipato alla manifestazione e lanciamo un ennesimo disperato appello a tutti i livelli Istituzionali affinchŠ intervengano immediatamente per aiutarci a contrastare questo piano industriale e le drammatiche conseguenze, sia sui livelli occupazionali, sulle loro famiglie e sulle professionalità».


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