stand by - Piano energetico

11 Maggio 2007   13:47  

Il piano energetico regionale arriverà in Consiglio non prima del mese di Giugno. Attualmente sono in corso tavoli di concertazione con gli enti locali. Il painio energetico sarà incentrato su tre fonti energetiche pulite come l´eolico, il solare e l´idroelettrico. Al riguardo ha anche ricordato che «viviamo in un territorio ricco di energia idroelettrica, con una buona consistenza anche di energia eolica e attenzione viene rivolta anche allo sfruttamento delle biomasse». Secondo Caramanico, «da considerare la necessità di una cultura del risparmio energetico che deve portare tutti a cambiare il proprio comportamento e mentalità». In Abruzzo la quota delle fonti rinnovabili è ancora bassa. L’eolico è allo 0,5 per cento, il fotovoltaico è irrilevante, lo 0,02 per cento. Certo è che le intezioni della Regione divergono fortemente dai piani industriali del´Enel, che in Abruzzo investe sempre meno, melntre altrove stanzia 2 milardi di euro per le sole energie rinnovabili. Perché se l’Abruzzo non riduce la produzione di gas serra tra il 2008 e il 2010, anni di applicazione del trattato di Kyoto, i tecnici della regione prevedono un surplus di emissione di 2 milioni 700mila tonnellate di CO2, con una multa prevista di 135 milioni l’anno. L’Enel investirà in Italia dal 2007 al 2011 quasi 15 miliardi di euro; 2,4 miliardi saranno destinati per aumentare la produzione di elettricità da fonti di energia rinnovabile. Ma per l’Abruzzo la società elettrica prevede al momento solo tagli di personale. È questa almeno la preoccupazione del sindacato che torna a chiedere alla Regione l’apertura di un confronto serrato con l’azienda. I tempi sembrano maturi. Nei giorni scorsi il presidente della Giunta Ottaviano Del Turco ha annunciato un’azione legale contro l’Enel: «Ho dato mandato all’avvocato Cerulli Irelli », ha detto, «di aprire una vertenza giudiziaria affinché l’Abruzzo si riappropri della gestione delle sue acque». In Consiglio regionale è stato depositato un disegno di legge dell’Unione (firmatari Maria Rosaria La Morgia e Angelo Orlando ) che mette limiti più rigidi alle richiesta di captazione delle acque per la produzione di energia elettrica (non solo per l’Enel: sono 30 le richieste di aspiranti concessionari). I Comuni del Parco nazionale che si affacciano sul lago di Barrea hanno contestato l’uso che l’Enel fa del bacino, sottoposto a periodico svuotamento, con danno per l’immagine turistica della zona. E in caso di siccità, ci sono amministrazioni locali che già mettono nel conto di riacquistare dall’Enel l’acqua dei bacini. Una beffa nella beffa. Nel frattempo l’azienda elettrica ha aperto in Abruzzo una campagna di esodo incentivato per il personale. Un esodo che in realtà non si è mai fermato: dal 1999 (l’anno magico della quotazione nelle Borse di Milano e New York) si sono persi 900 posti di lavoro e gli investimenti sono diminuiti del 30%. «E’ più che mai necessario che l’annunciato intento del presidente della giunta regionale di avviare finalmente una vertenza Enel in Abruzzo si traduca in concreta realtà», dice Nicola Primavera , segretario generale della Filcem-Cgil Abruzzo «tenendo conto che l’Enel negli ultimi anni ha perseguito un generale progetto di abbandono della propria presenza sul territorio abruzzese, attraverso l’abolizione della direzione regionale e la chiusura di numerosi sportelli commerciali per l’utenza e di centri squadre di esercizio soprattutto nei comuni montani». «Inoltre», aggiunge Primavera, «pur essendo l’Abruzzo una delle realtà regionali con più alta incidenza di produzione idroelettrica, le strategie del gruppo hanno privilegiato lo sviluppo di tale risorsa a vantaggio delle regioni vicine. Infine nel progetto di riorganizzazione di “Enel distribuzione” viene tolta alla regione Abruzzo qualsiasi autonomia di budget e di intervento da parte delle “zone” per la manutenzione e per il potenziamento della rete, con pesanti ripercussioni negative sulla qualità del servizio fornito all’utenza privata, pubblica e industriale». Il sindacato si chiede quanti degli investimenti Enel potranno ricadere sulla regione, anche in considerazione anche del previsto Piano energetico ambientale regionale. Che contiene una voce “Kyoto” che fa tremare i polsi all’assessore all’Ambiente Franco Caramanico .


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